Zakk Wylde, "Ozzy voleva fare un altro disco"
10 novembre 2025 alle ore 11:46, agg. alle 12:50
Lo storico chitarrista di Ozzy parla dell'idea di un altro album prima della morte "Voleva qualcosa come No More Tears"
Ozzy Osbourne era pronto a lavorare ad un nuovo disco prima della sua morte. A raccontarlo Zakk Wylde, chitarrista di Black Label Society, della versione 2.0 dei Pantera e storico collaboratore del Principe delle Tenebre.
L'iconico frontman dei Black Sabbath è scomparso la scorsa estate all'età di 76 anni circa 2 settimane dopo il suo addio ai fan con il grande evento "Back To The Beginnng" realizzato nella sua Birmingham insieme alla formazione originale della band e una lista interminabile di amici e performer.
Wylde, che ha accompagnato per molto tempo Ozzy nei suoi progetti da solista, ha rivelato in un'intervista ad NJ.com che, se il concerto al Villa Park di Birmingham era programmato per essere l'ultimo di sempre, in studio c'era ancora intenzione di realizzare cose nuove.
In particolare, dice il chitarrista, Ozzy voleva concentrarsi su qualcosa che fosse più melodico e simile a quanto prodotto in uno dei dischi più importante dei suoi anni '90.
"Mi mandava messaggi e mi chiedeva di fare ancora un altro disco. Mi ha detto che amava la mia fase Almman Brothers, Skynyrd e voleva fare qualcosa come 'No More Tears', heavy ma melodico, non heavy in maniera troppo pesante. Quindi gli ho detto 'Ok Oz, tutto ciò che vuoi'".
Parlando della morte di Ozzy, Wylde ha raccontato che come se il suo amico avesse chiuso una serie di capitoli e fosse pronto ad andare. "Abbiamo fatto lo show, ha finito il suo libro, il documentario ed è stato un po' come dire 'Ok, me ne vado'. Ha finito tutto ciò che doveva sbrigare e poi deve aver pensato 'A posto così'".
Gli ultimi album in studio di Ozzy
Gli ultimi due album in studio di Ozzy Osbourne sono "Ordinary Man" del 2020 e "Patient Number 9 " del 2022.
“Ordinary Man” Ozzy dà l’impressione di contemplare la propria eredità, accompagnato da collaborazioni inusuali per lui – da Elton John a Post Malone – in un mix che unisce l’energia del metal alla sensibilità del pop-rock moderno.
Il produttore Andrew Watt, responsabile del suo ritorno, ha impresso un sound moderno, un suono pulito, quasi fluido, che contrasta con l’oscura ruvidità degli esordi: Ozzy sembra in dialogo con se stesso, consapevole del passato ma aperto a nuove vie.
Due anni dopo arriva “Patient Number 9”, un lavoro che sembra raccogliere quella riflessione e trasformarla in un manifesto finale: la collaborazione con Tony Iommi e altri grandi è segno che Ozzy non rinuncia al fuoco originario del metal, ma lo incanala in una forma più matura.
Il risultato è un album che suona come un’ode al tempo che passa e al lascito che rimane, dove la voce carica di anni e l’esperienza si combinano a momenti di feroce energia. Insomma, “Ordinary Man” è la chiacchierata sincera di un veterano che ancora vuole sorprendere, mentre “Patient Number 9” è la sua prova d’addio, potente e contemplativa insieme.