Tra gloria e fischi: storie di gruppi spalla nel rock
30 novembre 2025 alle ore 22:38, agg. alle 14:01
Fare da gruppo spalla può lanciare una carriera o affondarla. Trionfi e fischi nelle aperture più celebri del rock: da Ozzy ai Nirvana, dai Metallica a Prince
Nel mondo del rock e dei concerti, essere il gruppo spalla è una grande prova di maturità: si suona in condizioni meno comode, davanti a un pubblico più grande e spesso più distratto. Può essere un’occasione storica, determinante oppure una trappola, soprattutto quando l’accostamento tra band nasce da logiche promozionali più che artistiche e il pubblico reagisce con chiusura.
A partire da casi emblematici — dai Nirvana con i Red Hot Chili Peppers a Ozzy Osbourne con i Metallica, passando per KISS, Prince e Jimi Hendrix — raccontiamo aperture che hanno lanciato carriere, acceso polemiche o ribaltato gerarchie sul palco
Il gruppo spalla
Nel mondo dei concerti il gruppo spalla non serve soltanto a “scaldare il pubblico”: può essere una vetrina gigantesca, una prova di maturità accelerata, oppure una trappola. Per una band emergente salire sul palco prima di un artista affermato significa esibirsi davanti a un pubblico molto più ampio del proprio, ma anche entrare in un contesto in cui tutto è più rigido: tempi stretti, soundcheck ridotto, strumentazione non sempre familiare, meno libertà sui volumi e sugli spazi. Si suona in condizioni meno comode, con maggiore pressione e con la sensazione netta di essere “ospiti”. Essere scelti come opening act, però, è già un segnale forte. Quando un artista, o il suo staff, decide chi portare in tour, compie una scelta che ha un peso artistico preciso. In molti casi c’è una coerenza musicale e di linguaggio: una band post-punk che apre per una band post-punk, un progetto alternativo che si muove in un orizzonte simile a quello dell’headliner. Quando questo allineamento funziona, l’apertura diventa un acceleratore di credibilità e crescita. Il problema nasce quando l’abbinamento non è frutto di una visione artistica, ma di una strategia puramente promozionale. A volte è il promoter o il management a decidere, puntando su un nome che “serve” per visibilità o numeri, senza interrogarsi davvero sulla compatibilità musicale. Il pubblico che va a un concerto lo fa per entrare in un certo immaginario, in un certo suono, in una certa atmosfera. Se l’accostamento appare forzato, la reazione può diventare di rifiuto, anche quando il gruppo sul palco sta suonando bene. E in quei casi il set d’apertura, invece di essere un’opportunità, rischia di trasformarsi in una serata difficile da reggere.
Educazione e rispetto
C’è poi un aspetto che riguarda direttamente chi ascolta. Fischiare un gruppo spalla è una delle abitudini peggiori che esistano nei concerti rock. Non è solo una questione di educazione: è una questione di rispetto verso il lavoro di chi sta suonando e verso l’artista che lo ha scelto. Se una band non piace, la soluzione è semplice: andare a bere qualcosa, parlare con chi si ha accanto, aspettare che inizi il concerto. Contestare chi sta cercando di reggere una situazione già complessa non rende più “autentici” come pubblico. Rende soltanto più povera l’esperienza.
Storie diverse
Proprio perché il gruppo spalla è esposto a una pressione enorme, è anche il punto in cui accadono le storie più interessanti: artisti che vengono accolti male, altri che sorprendono, qualcuno che riesce addirittura a mettere in ombra la band principale, altri ancora che si scontrano con chi li ospita. In alcuni casi quell’apertura diventa l’inizio di una carriera importante; in altri resta una cicatrice. Ed è proprio da qui che partiamo per raccontare alcuni casi emblematici: gruppi che hanno brillato come opening act, altri che hanno sofferto, altri ancora che da quella posizione hanno iniziato una scalata impensabile.
Prima dell'esplosione
Nel 1991 i Nirvana aprono per i Red Hot Chili Peppers. Nessuno immagina che NEVERMIND stia per esplodere, accendendo la rivoluzione del grunge e cambiando la storia del rock. Eppure basta vederli sul palco per capire che sono l’inizio di qualcosa di nuovo e gigantesco: suono, attitudine, look, intensità, canzoni che sembrano troppo grandi per quel contesto da gruppo spalla emergente. Pochi mesi dopo sono loro il motivo per cui milioni di ragazzi rimettono in discussione il rock da capo. Nel 1986 i Metallica aprono per Ozzy Osbourne. Il thrash metal entra nei palazzetti dalla porta principale. James Hetfield e soci suonano con una ferocia che fa apparire il resto dello spettacolo quasi educato. Non stanno “supportando” Ozzy: stanno occupando territorio. Quel tour costruisce una fanbase che non li lascerà più. E poi c’è il paradosso per eccellenza: Jimi Hendrix in apertura ai The Monkees nel 1967. Psichedelia contro teen-pop televisivo. Il pubblico non capisce la ferocia psichedelica, la sensualità debordante, la furia sonora, la veemenza e la poesia del rock di Jimi. È troppo avanti. La gente fischia, alcuni se ne vanno. Jimi abbandona il tour. Ma l’impatto è fatto: chi lo capisce, lo capisce per sempre.
Accolti malissimo
Nel 1981 Prince apre per i The Rolling Stones al Los Angeles Coliseum. Outfit androgino, sound funk-rock futuristico, presenza scenica indecifrabile per un pubblico cresciuto con chiodo e jeans. Pioggia di oggetti. Fischi. Prince scappa dal palco in lacrime. È Mick Jagger a convincerlo a restare. Prince, negli anni successivi, costruirà una carriera che renderà quell’episodio poco più di una nota a pie’ di pagina. Nel 2006 il progetto Peeping Tom di Mike Patton (già famoso per il suo lavoro di contaminazione rock, metal e rap nei Faith No More) apre per i The Who. Pubblico distratto, poco disponibile, spesso ostile. Il pubblico vuole celebrare la tradizione e non regge la sperimentazione sonora e l’ardire stilistico di Patton.
Rubare la scena!
I KISS in apertura ai Black Sabbath non si limitano a suonare: costruiscono uno shock incredibile! Trucco pesante, fiamme, sangue finto, teatralità estrema. Risultato: Ozzy e soci appaiono quasi sobri per contrasto. Gli AC/DC fanno lo stesso con i Rainbow, la super band con Ritchie Blackmore alla chitarra e Ronnie James Dio alla voce: oscurano l’ex Deep Purple con un muro di watt e il groove furioso del loro rock tinto di blues. Angus Young corre, suda, divora il palco. Gli applausi sono più calorosi per l’opening band che per l’headliner.
Attriti da Backstage!
Nel 1974 Queen e Aerosmith si contendono l’ordine di esibizione durante il tour dei Mott the Hoople. Mercury contro Tyler. Ego contro ego. Vince Aerosmith, ma i Queen non ci metteranno molto a far dimenticare l’affronto. Nel 1991 i The Black Crowes vengono cacciati dal tour con ZZ Top dopo che Chris Robinson critica pubblicamente lo sponsor Miller Brewing dal palco. Una frase basta a chiudere una collaborazione.