Springsteen e la chitarra in dono a Jeremy Allen White
15 ottobre 2025 alle ore 16:46, agg. alle 17:53
Il protagonista del biopic su Springsteen , Liberami dal nulla, ha ricevuto in dono dal Boss una chitarra che è diventata parte integrante del suo ruolo
Nel percorso verso la resa autentica di Bruce Springsteen nel biopic Deliver Me From Nowhere, Jeremy Allen White ha ricevuto un dono importante: una chitarra acustica direttamente da Springsteen, da utilizzare per le sequenze del film.
La notizia, riportata da NME, aggiunge una dimensione quasi simbolica al processo di trasformazione dell’attore nel Boss.
Il film, diretto da Scott Cooper e ispirato al libro Deliver Me From Nowhere: The Making of Bruce Springsteen’s Nebraska, è ambientato nel periodo cruciale in cui Springsteen concepì l’album Nebraska (1982).
Jeremy Allen White ha dovuto non soltanto recitare, ma anche imparare a cantare e suonare — e farlo con uno strumento che porta con sé il peso di appartenere al protagonista stesso.
Imparare a suonare “con il Boss accanto”
Il gesto è arrivato quando White aveva appena iniziato le prime fasi di preparazione per il ruolo. Invece di limitarsi a supervisionare o a dare consigli a distanza, Springsteen ha preferito offrire qualcosa di concreto: il suono, il peso, la fisicità dello strumento. Quella chitarra, nelle settimane successive, è diventata un punto di riferimento per White, una presenza costante durante le prove, tanto da seguirlo sul set e negli esercizi vocali.
Non bastava una chitarra: serviva anche guida, insegnamento, una mano che indirizzasse i movimenti corretti. A questo scopo, J.D. Simo è stato coinvolto per istruire White. Il chitarrista ha raccontato di aver accettato il ruolo con umiltà e consapevolezza dell’onere artistico: «Mi hanno chiesto se potevo insegnare a Jeremy Allen White — e ho risposto che ci avrei provato al meglio».
L’allenamento non era un semplice esercizio tecnico: White doveva interiorizzare lo stile di Springsteen, quel tocco rustico, emotivo, minimale che definisce Nebraska. Il gesto di Springsteen che mette a disposizione il proprio strumento contribuisce a far emergere un sentimento di connessione tra artista e attore, e rende visibile il passaggio di testimone.
Una chitarra, una voce e mesi di lezioni
Jeremy Allen White, noto per The Bear, non era un chitarrista prima di accettare il ruolo. Ha dovuto imparare da zero, lavorando per mesi con un approccio quasi documentaristico.
La chitarra inviata da Springsteen è stata il punto di partenza per un lungo percorso di formazione seguito da J.D. Simo, musicista e produttore con un profondo legame con il blues americano. Simo ha raccontato che, appena gli è stato proposto di allenare White, ha capito che l’obiettivo non era solo tecnico: non si trattava di “saper suonare”, ma di imparare a respirare come Bruce.
Le lezioni si sono concentrate sul ritmo e sull’essenzialità. Springsteen non ha mai suonato per virtuosismo, ma per necessità: le sue chitarre acustiche, soprattutto in Nebraska, diventano confessione e respiro. White ha dovuto assorbire proprio quella semplicità, quella naturalezza ruvida che nasce da un’urgenza più emotiva che musicale.
Parallelamente, l’attore ha intrapreso anche un percorso di allenamento vocale. Le canzoni del film non vengono interpretate in playback, ma ricantate, e per questo White ha studiato la cadenza, il timbro e l’accento del Boss con un coach specializzato.
Le prime registrazioni di prova, secondo il regista Scott Cooper, sono state “imperfette ma sincere”, e proprio per questo mantenute: «Jeremy non doveva sembrare un imitatore, ma restituire l’anima di un uomo solo in una stanza con la sua voce e una cassetta».
Durante le riprese, quella chitarra inviata da Springsteen è rimasta accanto all’attore anche quando non serviva per girare. Alcuni membri del cast hanno raccontato che White la portava con sé sul set ogni giorno, come parte del personaggio.
Il film: “Deliver Me From Nowhere”
Deliver Me From Nowhere racconta uno dei momenti più intensi e fragili della carriera di Bruce Springsteen: la nascita di Nebraska.
Ambientato nel 1982, il film segue il periodo in cui Springsteen, reduce dal successo di The River, si ritirò in solitudine nel New Jersey per registrare da solo un gruppo di canzoni destinate a diventare il suo disco più intimo e oscuro.
Registrato su un semplice quattro piste, Nebraska nacque quasi per caso, ma divenne una delle opere più amate e significative della sua carriera.
Nel film, questa fase viene raccontata non come un mito, ma come un momento di crisi personale e creativa. Il regista Scott Cooper ha lavorato a stretto contatto con Springsteen per riprodurre in modo fedele il contesto domestico e l’atmosfera sospesa di quelle registrazioni.
Jeremy Allen White interpreta un Bruce tormentato ma lucido, diviso tra la necessità di creare e il timore di non riuscire più a comunicare.
Nel cast figurano anche Elle Fanning, nel ruolo di una giovane fotografa che documenta le sessioni, e Paul Walter Hauser, che interpreta un amico e collaboratore vicino al Boss in quel periodo.
La colonna sonora include diverse registrazioni d’archivio e nuove versioni dei brani di Nebraska, curate dallo stesso Springsteen insieme a Jon Landau.
Il film uscirà in Italia il 23 ottobre con il titolo Liberami dal nulla. Radiofreccia ha seguito tutte le fasi di promozione, dal trailer ufficiale alle prime recensioni, fino al contest che mette in palio biglietti per l’anteprima romana.
Negli Stati Uniti il film è stato presentato in anteprima al Telluride Film Festival e successivamente al New York Film Festival, dove Springsteen è apparso a sorpresa regalando al pubblico un’esibizione acustica di Land of Hope and Dreams.
Durante l’evento, ha ringraziato White e Cooper per aver restituito la “verità emotiva” di quel periodo: «Non serve imitare, basta capire perché quella musica doveva nascere».