Secondo il CEO di Live Nation "I biglietti dei concerti costano troppo poco"
23 settembre 2025 alle ore 17:35, agg. alle 19:06
Il CEO di Live Nation Michael Rapino paragona i prezzi dei concerti a quelli dell'NBA "Caro biglietti? In realtà costano troppo poco"
Il tema dell'aumento del prezzo dei biglietti è qualcosa di sempre molti attuale per i fan della musica dal vivo e non c'è de meravigliarsi se hanno fatto scalpore le parole pronunciate da Michael Rapino, CEO del colosso Live Nation, che ha definito addirittura 'sottocosto i biglietti dei concerti.
Dopo il COVID sembra essere aumentata a dismisura la voglia delle persone di partecipare ad eventi di musica dal vivo e siamo in un periodo storico dove l'affluenza ai concerti è sempre maggiore. Con essa, sono aumentati a dismisura anche i costi dell'industria e i prezzi dei biglietti.
Di contro, per molti act non abbastanza popolari andare in tour, specialmente fuori dalla propria area di competenza, è diventato un lusso e tour internazionali vengono sistematicamente cancellati per le più disparate motivazioni quando, spesso e volentieri, dietro c'è sempre un tema finanziario.
Una situazione controversa quella dell'industria della musica live che vede come principali 'vittime' i consumatori finali che si trovano a dover affrontare un incremento sempre maggiore del prezzo dei biglietti.
Basti pensare che, a livello globale, si stima che il costo medio per accedere ad un concerto è ragionevolmente aumentato in una percentuale che si aggira intorno al 30% negli ultimi 10 anni.
I biglietti dei concerti costano troppo poco
Stanno rimbalzando nelle ultime ore in rete le parole di Michael Rapino, CEO del colosso del live entertainment Live Nation, che la scorsa settimana durante la conferenza Game Plan di CNBC e Boadroom ha parlato dell'aumento dei biglietti dei concerti, non solo giustificandolo ma, anzi, dicendo che si tratta di prezzi 'sottocosto' davanti ad una domanda mai così alta.
Per chi si trova a dover scegliere ogni mese a quale concerto dover assistere, se non ogni anno, dichiarazioni di questo tipo sembrano, come minimo, poco rispettose della fatica fatta dai fan per riuscire a partecipare ad uno show, che per altro non è sempre sinonimo di esperienza piacevole.
Il punto fatto dall'Amministratore Delegato di Live Nation si basa sul confronto con altri settori dell'entertainment come, ad esempio, gli eventi sportivi.
"La musica è sottovalutata da tempo", ha detto Rapino. "Scherzo quando dico che per qualcuno spendere 70.000 dollari per assistere da bordo campo ad una partita dei Knicks è quasi una medaglia d'onore. Invece io vengo attaccato se facciamo pagare 800 dollari per un concerto di Beyoncé. C'è ancora molto da fare e questo punto di vista ma il prezzo medio per un concerto è ancora di 72 dollari. Provate ad andare ad un concerto dei Lakers per quella cifra, e ce ne sono 80 di partite. il concetto è sottocosto, e lo è da molto tempo".
Le variabili di costo
Il discorso, francamente, sembra essere molto generico e non tiene conto di moltissime variabili. Una riguarda proprio la tipologia di prodotto messo a confronto, da una parte un'industria estremamente ricca come quella dello sport, dall'altra una fiorente ma a livelli non paragonabili come quella della musica dal vivo.
Senza considerare che l'accesso al concerto, pur considerando le varie tipologie di biglietto, dovrebbe essere qualcosa di più 'democratico' che una experience assolutamente esclusiva come assistere ad una finale di cartello in un match NBA a bordo campo, accanto ad allenatori e squadre. Una situazione dove, spesso, si incontrano volti di tifosi noti come i vari Spike Lee, Flea o Drake e non certo quelli di persone comune.
Un altro punto è poi il calcolo che dovrebbe tenere conto di eventi di ogni dimensione, act di diversa popolarità e varie fasce di prezzo con pacchetti sempre più articolati e frammentati che rendono difficile individuare un punto di riferimento.
Certo è che, almeno per i nomi più grandi e in grado di riempire gli stadi, è anche la produzione - per stessa amissione di Rapino - ad impattare pesantemente su costi e, di conseguenza, sui prezzi dei biglietti.
"Per Beyoncé ogni sera si muovono 62 tir e ogni sera è come se fosse un Super Bowl. Dieci anni fa c'erano forse 10 camion", ha detto il CEO di Live Nation, spiegando che molto del margine è sacrificato in nome di una 'experience' indimenticabile "Se senti parlare di incassi da 100 milioni di dollari, quell'artista ,a seconda dello spettacolo, potrebbe portarsene a casa il 30 % spendendo il 70% per lo show".