Robert Plant, perché non era all'addio di Ozzy ?
14 agosto 2025 alle ore 14:51, agg. alle 16:22
L'ex Led Zeppelin ha spiegato perché non ha preso parte a Back To The Beginning, pur essendo stato invitato da Tony Iommi
Robert Plant si sarebbe potuto unire ai festeggiamenti per l'ultimo show dei Black Sabbath e di Ozzy Osbourne ma, spiega, ha deciso di rifiutare.
Ad invitarlo era stato Tony Iommi in persona che sperava di vedere sul palco con decine di altri artisti anche un altro padre putativo della scena hard ed heavy come il cantante dei Led Zeppelin.
Da tempo, però, Plant ha preferito seguire suoni e contesti diversi per i suoi progetti musicali, ben distante da una manifestazione come quella organizzata dai Sabbath.
Con 40.000 persone presenti al Villa Park di Birmingham e molte, molte di più collegate in diretta streaming, "Back To The Beginning" si configurava come un evento enorme, un vero e proprio show da stadio dal punto di vista concettuale e non solo per la location scelta, un raduno enorme e un carrozzone che ha potuto vantare il contributo di tanti e importanti nomi.
Tutto assolutamente legittimo, come spiegato da Plant a Mojo, ma distante dal luogo in cui si trova ora.
L'ex frontman dei Led Zeppelin tornerà il prossimo 26 settembre con "Saving Grace", primo album con la nuova band e la cantante Suzi Dian.
Il perché dell'assenza di Robert Plant
Dai Metallica in giù lo scorso 5 luglio al Villa Park di Birmingham tutto il meglio della scena rock e metal mondiale si è data appuntamento per celebrare Ozzy Osbourne e Black Sabbath.
Si è parlato tanto dei presenti ma anche degli assenti, come della band misteriosa che pare sia stata cancellata dalla line up per questioni tra il management e Sharon.
Tra gli assenti non annunciati anche Robert Plant che era stato invitato a partecipare da Tony Iommi.
Intervistato da Mojo il leggendario frontman dei Led Zeppelin ha spiegato il perché del rifiuto dato all'amico chitarrista.
"Ho detto a Tony che mi sarebbe piaciuto ma che non potevo, davvero. Non sto dicendo che avrei preferito passare il mio tempo con Peter Gabriel o Youssou N'Dour ma non so nulla di ciò che sta succedendo oggi in quel mondo, per niente", ha spiegato Plant facendo capire di essersi ormai allontanato da un certo tipo sound e di scena musicale. "Non è qualcosa che condanno e non ho nulla in contrario all'evento è solo che ho scoperto altri posti davvero stimolanti".
In un altro punto dell'intervista Plant ha argomentato ulteriormente il suo sentirsi quasi a disagio in certi contesti, descrivendo come la sua dimensione ora sia diversa e va bene così.
"Per me, che sono passato da un Live Aid molto discutibile alla O2 a Obama e alla Casa Bianca e a tutte quelle cose, è stata una beatificazione. Ma ho sentito l'impulso di fare diversamente, Saving Grace aveva bisogno solo di 'move on up in glory', come direbbe Mavis Staples. Dobbiamo essere molto attenti che ciò che facciamo sai più vicino a Bert Jansch che ad Axl Rose".
Meno rock da stadio, quindi, e più situazione intime, come quelle affrontante di recente anche in un lungo tour in Italia: "I concerti sono piccoli abbastanza da far sì che se nessuno vuole venire non è la fine del mondo e questo ci permette di avere un atteggiamento più rilassato invece di suonare in uno stadio con dei vecchi amici. Possiamo essere liberi e divertirci".
Saving Grace, il nuovo album di Robert Plant
Robert Plant ha annunciato l'uscita di Saving Grace: il primo album con una nuova band di illustri musicisti, che lui definisce "un libro di canzoni perdute e ritrovate". In arrivo il 26 settembre su Nonesuch Records, la genesi di Saving Grace è iniziata durante il lockdown nella "Contea", quando il consueto vagabondaggio di Plant era praticamente proibito.
Mentre le sue recenti avventure si sono concentrate a Nashville, dopo essersi riunito con Alison Krauss per Raise The Roof, album del 2021 in vetta alle classifiche e plurinominato ai GRAMMY, è stato nella campagna inglese che Robert Plant ha stretto un legame stretto con questo eterogeneo gruppo di musicisti, che attraverso le loro esperienze condividevano una propensione verso i suoi amati angoli di canzone evocativa.
Insieme, Plant e Saving Grace – la cantante Suzi Dian, il batterista Oli Jefferson, il chitarrista Tony Kelsey, il suonatore di banjo e archi Matt Worley, il violoncellista Barney Morse-Brown – hanno trascorso gli ultimi sei anni trasformandosi in un laboratorio di stili e personalità di ampio respiro, attraversando il tempo e le circostanze con gioia e abbandono.
"Ridiamo molto, davvero. Credo che mi si addica. Mi piace ridere", dice Plant. "Sai, non riesco a trovare un motivo per essere troppo serio su nulla. Non sono annoiato. La dolcezza dell'intera faccenda... Sono persone dolci e stanno tirando fuori tutto ciò che prima non riuscivano a esprimere. Sono diventati stilisti unici e insieme sembrano essere approdati in un posto davvero interessante.”
Dopo le sue precedenti acclamate uscite per Nonesuch Records – "Lullaby and… The Ceaseless Roar" del 2014 e "Carry Fire" del 2017 – Saving Grace porta alla luce un altro capitolo dell'incessante ruggito di Robert Plant. Prodotto da Robert Plant e Saving Grace – e registrato tra aprile 2019 e gennaio 2025 nelle Cotswolds e ai confini del Galles – Saving Grace infonde nuova vita a una raccolta di musica secolare. Un tesoro di brani che hanno caratterizzato Memphis Minnie, Bob Mosley (Moby Grape), Blind Willie Johnson, The Low Anthem, Martha Scanlan, Sarah Siskind e i Low di Mimi Parker e Alan Sparhawk.
Dopo aver girato il Regno Unito e l'Europa negli ultimi mesi e anni, Robert Plant e Saving Grace si esibiranno per la prima volta negli Stati Uniti questo autunno, con una prima serie di una dozzina di spettacoli nordamericani annunciati oggi. Le date includono il Brooklyn Paramount di New York, il Capitol Theatre di Port Chester, il The Vic di Chicago, l'United Theater di Los Angeles e altri ancora. Trovate l'elenco completo qui sotto e i biglietti su robertplant.com/timetable.