Radiofreccia Rock Campus, quinta puntata: la studentessa Maria Grazia e Double M nell'universo emotivo di "Nutshell" degli Alice in Chains
17 dicembre 2025 alle ore 11:25, agg. alle 11:40
Il coach Double M e la studentessa Maria Grazia alla scoperta di fragilità e solitudine attraverso Nutshell degli Alice In Chains
Continua il viaggio di Radiofreccia Rock Campus attraverso i grandi classici della musica rock, il progetto che sta coinvolgendo giovani appassionati di musica in un'esperienza formativa e umana unica.
Dopo le prime quattro puntate che hanno visto protagonisti la studentessa Giorgia con Jimmy D alla riscoperta di “Smells Like Teen Spirit” dei Nirvana, lo studente Simone insieme ad Ambra Marie nell'esplorazione di "Let Down" dei Radiohead, lo studente Filippo con Doctor Mann alla scoperta di "Comfortably Numb" dei Pink Floyd, e lo studente Carlo Lorenzo con la coach Juliet attraverso "Good Riddance (Time Of Your Life)" dei Green Day, è arrivato il momento della quinta tappa di questo percorso musicale.
Questa volta a vivere l'esperienza negli studi di Radiofreccia è stata la studentessa Maria Grazia, diciotto anni di Salerno, che ha affrontato un viaggio lunghissimo per arrivare a Milano. Un viaggio faticoso che però non ha scalfito minimamente il suo spirito e la sua voglia di vivere questa esperienza. Ad accompagnarla, in quella che si è rivelato essere molto più di una semplice puntata radiofonica, è stato il coach Double M che ha guidato Maria Grazia in un'esplorazione profonda di "Nutshell" degli Alice in Chains e molto altro.
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Double M e gli Alice in Chains: quando il grunge incontra l'anima
La scelta di affidare al coach Double M il compito di guidare la studentessa Maria Grazia attraverso questo brano ha un significato particolare. "Nutshell" degli Alice in Chains è uno di quei pezzi che non si limitano a essere ascoltati: vanno vissuti, sentiti nelle viscere, perché toccano corde emotive profondissime. E proprio questo è successo durante la quinta puntata di Radiofreccia Rock Campus, trasformatasi in un vero e proprio viaggio nell'anima, tanto quanto nella musica.
Gli Alice in Chains sono stati una delle band fondamentali del movimento grunge di Seattle negli anni Novanta, insieme a Nirvana, Pearl Jam e Soundgarden. Ma se altre band del genere erano caratterizzate da un'energia più esplosiva e rabbiosa, gli Alice in Chains avevano un suono più scuro, più pesante, quasi doom. Le armonie vocali tra Layne Staley e Jerry Cantrell creavano atmosfere ossessive e claustrofobiche, perfette per raccontare il disagio esistenziale di un'intera generazione.
"Nutshell": anatomia di un grido di solitudine
"Nutshell" fa parte del disco "Jar of Flies", uscito nel 1994 e diventato il primo EP della storia a debuttare al primo posto della Billboard 200. Il brano è stato scritto principalmente da Jerry Cantrell, chitarrista della band, ma cantato con straziante intensità da Layne Staley, la cui voce trasmette un senso di disperazione e vulnerabilità che pochi altri artisti hanno saputo eguagliare.
La canzone parla di isolamento, di dipendenza, di quel senso di non appartenenza che può trasformarsi in un peso insopportabile. Il testo è crudo e diretto: non ci sono metafore elaborate, solo emozioni allo stato puro.
Il verso che ha particolarmente colpito la studentessa Maria Grazia durante la preparazione alla puntata è stato "No one to cry to, no place to go home" ("Non ho nessuno su cui piangere e non ho un posto da chiamare casa"). Una frase che racchiude in poche parole un universo di dolore e solitudine.
Musicalmente, "Nutshell" è costruita intorno a una chitarra acustica e alla voce di Staley, con arrangiamenti minimali che lasciano tutto lo spazio all'emozione. Non c'è nulla di superfluo: ogni nota, ogni parola conta. È proprio questa essenzialità a renderla così potente, così capace di arrivare dritta al cuore di chi ascolta.
Il viaggio emotivo: solitudine nell'era dell'iperconnessione
Durante la quinta puntata di Radiofreccia Rock Campus, il coach Double M e la studentessa Maria Grazia hanno affrontato temi universali partendo proprio dal testo di "Nutshell". Il primo grande argomento è stato la solitudine, e in particolare quella sensazione paradossale di sentirsi soli anche in mezzo a tanta gente. Maria Grazia ha confessato con una lucidità sorprendente: "una delle cose che mi fa soffrire è il fatto di sentirsi soli anche in mezzo a tanta gente".
Il coach Double M si è interrogato su come una ragazza di diciotto anni possa sentirsi così in un mondo apparentemente iperconnesso. La risposta della studentessa è stata disarmante: "più si va avanti, più le persone tendono a vivere da soli in un contesto che però riguarda la società... ognuno sta per i fatti suoi, con il proprio telefono magari". Un'osservazione che fotografa perfettamente il nostro tempo, dove la connessione digitale spesso nasconde una profonda disconnessione umana.
E per esplorare questo tema, sempre attraverso la musica, è stata trasmessa "Chasing Cars" degli Snow Patrol, un brano che la studentessa Maria Grazia ama anche perché parte della colonna sonora di Grey's Anatomy. La scelta non è stata casuale: il brano suggerisce che la soluzione alla solitudine non sia necessariamente cercare compagnia, ma forse trovare qualcuno "con cui condividere la propria solitudine".
La bellezza della musica triste
Durante la puntata è emerso un altro tema fondamentale: la musica “triste” e la sua capacità di essere terapeutica.
Il coach Double M ha raccontato di aver visto la studentessa Maria Grazia sorridere per la prima volta quando le ha confessato la sua passione per la musica malinconica. Lei ha risposto sollevata: "finalmente qualcuno a cui piace la musica triste".
La studentessa ha difeso con passione questo genere musicale, definendolo "perfetto in qualsiasi momento", sia per sfogarsi da soli, sia per condividere un momento intenso con gli amici. Il coach ha concordato, vedendola come una soluzione per ogni stato d'animo.
Questo li ha portati a parlare della malinconia, quel sentimento complesso e agrodolce che Maria Grazia ha descritto così: "nel momento in cui io sono lì che mi sto godendo qualcosa... arriva quell'istante in cui, tra virgolette, mi deprimo perché mi accorgo che quel momento non torna più, diventerà un ricordo".
Per rappresentare musicalmente questo tema è stata scelta "Sign of the Times" di Harry Styles, un brano che parla proprio della consapevolezza che il tempo scorre e che tutto, anche i momenti più belli, è destinato a diventare ricordo.
Dipendenze e inadeguatezza: i temi nascosti di "Nutshell"
Tornando al testo di "Nutshell", il coach Double M ha sottolineato come l'errore comune sia associare la parola dipendenza solo ad alcol, droga o gioco. In realtà, esistono dipendenze più subdole, come quella di conformarsi a tutti i costi a un modello imposto dagli altri. La studentessa Maria Grazia ha aggiunto: "Oltre a lottare contro te stesso, devi lottare anche contro gli altri... perché gli standard della società sono altri".
Questo sforzo di essere ciò che non si è, per paura di non essere accettati, conduce a un tema ancora più profondo: il senso di inadeguatezza, il sentirsi "sbagliati". Maria Grazia ha ammesso di essersi sentita fuori posto molte volte, osservando: "penso che più sei giovane più ti ci senti in questo modo perché non sai ancora, magari, soprattutto se non sai ancora chi vuoi essere".
Per rappresentare musicalmente questo sentimento universale, è stata finalmente trasmessa "Nutshell", ma in una versione moderna del 2025 eseguita dalla giovane artista Nicole Alexis. La scelta è stata simbolica: il rock, pur essendo un genere considerato da alcuni "inadeguato" o "superato", è in realtà senza tempo e sa evolversi, proprio come le persone.
Il messaggio finale: aggiustarsi secondo i propri parametri
Al termine della trasmissione, il coach Double M ha consegnato alla studentessa Maria Grazia un "diploma" simbolico, ringraziandola per il profondo scambio di pensieri. Per il saluto finale, i due hanno preparato insieme una riflessione basata sull'ultima canzone, la preferita in assoluto della studentessa, che ascolta anche "dieci volte al giorno": "Fix You" dei Coldplay.
Il loro pensiero condiviso parte da una constatazione potente: "'Aggiustare' è una brutta parola da associare alle persone". Essere definiti "rotti" o "da aggiustare" è un'esperienza dolorosa, che si manifesta in critiche come "sei brutta", "sei stupido", "sei grassa".
Questo giudizio esterno, ripetuto all'infinito, rischia di essere interiorizzato, portando la persona a credere di essere davvero sbagliata. Tuttavia, hanno spiegato insieme il coach e la studentessa, arriva un giorno in cui si comprende che l'unico "aggiustamento" valido è quello che parte da sé stessi. "È il nostro personale giudizio, la nostra coscienza a dirci che qualcosa in noi si è rotto", e siamo solo noi a poter decidere come intervenire. Questo processo di ricostruzione porta a fare delle scelte autentiche: scegliere di essere grassi o magri perché il proprio sorriso non dipende dalla bilancia; scegliere di essere più intelligenti di chi insulta, rispondendo con il silenzio; scegliere di circondarsi di persone per cui si è "belli, bellissimi".
La riflessione si è conclusa con un'immagine potente che sintetizza perfettamente lo spirito di questa puntata di Radiofreccia Rock Campus: "Infine scegliamo persino di camminare con la schiena dritta, non perché ce lo stia dicendo qualcuno, ma perché abbiamo capito che sentirsi fuori posto, sentirsi sbagliati, è una cosa umana... Scegliamo di stare con la schiena dritta perché dopo tutto questo tempo siamo fieri".
Un viaggio che va oltre la musica
La quinta puntata di Radiofreccia Rock Campus ha dimostrato ancora una volta come questo progetto sia molto più di una semplice trasmissione musicale. È uno spazio dove la musica diventa il linguaggio attraverso cui esplorare l'anima umana, dove i grandi classici del rock diventano specchi in cui riconoscere le proprie emozioni, le proprie paure, le proprie speranze.
Dopo le puntate con i Nirvana, i Radiohead, i Pink Floyd, i Green Day e ora gli Alice in Chains, Radiofreccia Rock Campus sta costruendo un percorso che attraversa non solo diversi stili musicali ma anche diverse sfumature dell'esperienza umana. Ogni studente porta con sé una storia unica, una sensibilità particolare, e ogni coach sa guidare questo viaggio con rispetto e profondità.
RIVEDI ANCHE LA QUARTA PUNTATA DI RADIOFRECCIA ROCK CAMPUS
Candidati per le prossime puntate di Radiofreccia Rock Campus
Se anche tu hai la passione per il rock e vuoi vivere un'esperienza che va oltre l'ascolto, che ti permetta di esplorare la musica insieme ai suoi significati più profondi, questa è la tua occasione. Radiofreccia Rock Campus cerca nuovi studenti pronti a mettersi in gioco, a confrontarsi con i grandi classici guidati dai coach del progetto. Candidati ora per partecipare alle prossime puntate: avrai l'opportunità di vivere un'esperienza che ricorderai per sempre, negli studi di Radiofreccia, dove la musica incontra l'anima.
Il viaggio di Radiofreccia Rock Campus continua, puntata dopo puntata, costruendo un archivio prezioso di emozioni, riflessioni e scoperte musicali. La prossima storia potrebbe essere la tua, il prossimo brano potrebbe essere quello che ti accompagna da sempre e che finalmente potrai esplorare in profondità con chi sa guidarti attraverso le sue stratificazioni di significato.