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Iron Maiden si prendono lo stadio a Padova

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Author image Gianluigi Riccardo

14 luglio 2025 alle ore 10:21, agg. alle 17:10

All'Euganeo di Padova gli Iron Maiden hanno dimostrato che quella degli stadi è la dimensione per loro più adatta, anche in Italia

Uno stadio gremito ieri sera a Padova per il ritorno in Italia degli Iron Maiden, sempre attesi dai loro fan che - per il Run For Your Lives Tour - non vedevano l'ora di festeggiare i 50 anni di carriera della band inglese.

50 anni in cui Steve Harris, Bruce Dickinson e gli altri si sono ritagliati un posto di tutto rilievo nella storia della musica heavy, scomodando senza troppa fatica un termine spesso abusato come 'leggenda'.

Un tour speciale, quello che ha preso il via alcune settimane fa da Budapest, strutturato come un greatest hits dei primi nove album.

Chiariamo subito una cosa: il legame tra gli Iron Maiden e il pubblico italiano è forte ma da qualche anno c'è un nome che riecheggia nelle orecchie degli appassionati e che anche ieri, ad un certo punto del pomeriggio, è cominciato ad apparire timidamente sulla bocca di chi era nei dintorni dello stadio di Padova pronto all'apertura dei cancelli.

Matteo. No, non il nostro Nessuno che pure è stato in diretta dalla postazione di Radiofreccia insieme a Cecile B, Wally, Ambra Marie e Titania proprio alle porte dell'Euganeo.

Una ventina di minuti di pioggia scrosciante sono bastati per portare alla mente la cocente delusione dall'inevitabile annullamento dello show di Bologna del 2022 per maltempo.

Comunicazione data sul palco dal su citato Matteo a pochi minuti dall'orario di inizio previsto con rammarico, delusione e incazzatura da parte di tutti, organizzatori in primis - che credete - e che lo hanno trasformato in una specie di spauracchio meteorologico per i fan della band inglese.

Dopo attimi di tensione, per fortuna, è tornata la normalità e le cose hanno preso il loro corso fino all'arrivo sul palco degli Avatar.

Svedesi, teatrali, riferimenti demoniaci qua e là, un senso dell'ironia sempre presente, un ottimo frontman in Johannes Eckerstrom e tanta voglia di prendersi il pubblico sono gli elementi che compongono l'identikit degli Avatar.

Sono loro che scaldano l'atmosfera ed aprono la serata tenendo calda la sedia ad una band come i Maiden che, ci ha raccontato lo stesso Johannes in un'intervista, sono per lui importanti sia sul piano artistico che personale.


Iron Maiden allo Stadio Euganeo: a Padova uno show storico davanti a 40.000 fan

Con il concerto di Padova, la band britannica ha suonato per la seconda volta con un loro tour in uno stadio italiano in 50 anni di carriera (a Monza nel 2000 erano headliner del Gods Of Metal)  scrivendo un nuovo capitolo nella loro lunga storia d'amore con il nostro Paese. 

Quasi 40.000 spettatori hanno gremito lo Stadio Euganeo di Padova per assistere a uno show che, oltre a segnare un record simbolico, si è imposto come uno dei più potenti realizzati dalla formazione di Steve Harris e Bruce Dickinson.

Un evento nell’evento i Maiden in versione stadio che, dopo anni di grandi festival e palazzetti, sono tornati per portare anche in Italia uno spettacolo di altre dimensioni, come già collaudato in altri paesi, in grado di esaltare all'ennesima potenza l'aspetto teatrale e visuale della performance. 

A fare la differenza la componente visiva, di impatto ancora maggiore rispetto al The Future Past Tour di tre anni fa: ledwall, visual in 3D, elementi scenici in continuo mutamento e il ritorno, immancabile, di Eddie, già presente alla terza traccia con Killers, e protagonista di diversi ingressi durante lo show.

Non sono mancati effetti speciali, fiamme, costumi di scena e cambi continui per Bruce Dickinson, autentico motore dello spettacolo. 

Sul palco anche in formato stadio, gli Iron Maiden mantengono il loro tratto distintivo: uno show curato nei minimi dettagli, dove ogni canzone è anche una rappresentazione visiva.


Assenze pesanti e un Bruce infallibile

Nonostante la pesante assenza di Nicko McBrain, sostituito da un nuovo batterista Simon Dawson chiamato a reggere un’eredità complessa, la band ha mantenuto coerenza e impatto. Qualche passaggio un filo meno preciso nei momenti più serrati, ma nulla che abbia compromesso il risultato complessivo. Gli Iron Maiden, anche nel 2025, si confermano una delle realtà più solide del metal mondiale.

La band è compatta sia nei classiconi che in quelle chicche che i fan tanto speravano di ascoltare dal vivo grazie ad un suono che sorregge e coinvolge il pubblico ma il vero punto fermo, l'elemento da fare invidia a tutti è Bruce Dickinson: carisma, presenza scenica e - soprattutto - una voce che incredibilmente riesce ad essere sempre lì, presente e in grado di sobbarcarsi tutta la narrazione di una storia.

Il cantante guida lo show con il consueto carisma, alternando energia e teatralità, e trascina il pubblico con una presenza scenica invidiabile. A tratti, sembra essere lui da solo a reggere tutto l’impianto dello spettacolo e a guardarlo ci si chiede: ma come fa?

Anni, malattie e non sembra cambiare niente per Dickinson che, ancora una volta, sembra riesca a fare qualsiasi cosa nel modo più naturale possibile.

Pubblico trasversale, atmosfera da evento collettivo

Impressionante anche la risposta del pubblico: decine di migliaia di fan di ogni età, dalle generazioni storiche del metal ai giovanissimi al primo concerto, tutti accomunati dalla stessa maglia della band e da un entusiasmo contagioso. L’atmosfera è stata quella delle grandi occasioni, quasi da stadio inglese, con partecipazione e senso di comunità continua dall’inizio alla fine.

La gente dei Maiden, che poi è la gente di Radiofreccia, è qualcosa di unico e per tutta la giornata ha mostrato la passione tipica di quelle che si riserva alle leggende, di quelle da sfoggiare con orgoglio e appuntarsi sul petto come una medaglia.

50 anni di carriera che gli Iron Maiden hanno saputo costruirsi dal basso, anno dopo anno e con tutte le difficoltà del caso, creando quella connessione che oggi sarebbe impensabile per qualsiasi band e che è fonte di un legame che ha bisogno solo di essere rinsaldato ad ogni tour o progetto ma con la certezza che non si scioglierà mai.

La tappa di Padova ha segnato un passaggio chiave anche sul piano strategico: per la prima volta negli ultimi anni, gli Iron Maiden dimostrano di poter riempire uno stadio anche in Italia. Una prova che potrebbe aprire la strada a nuove date su scala maggiore, forse già nei prossimi anni. Le voci di un possibile tour d’addio si rincorrono da tempo, ma lo show dello Stadio Euganeo ha mostrato una band ancora pienamente ancora in grado di reggere qualsiasi sfida


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