History

I Muse alla conquista dell'America con "Absolution"

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Author image Gianluigi Riccardo

29 settembre 2025 alle ore 14:00, agg. alle 14:19

"Absolution", l'album apocalittico che permise ai Muse di conquistare il mercato americano e tutto il mondo

Nel settembre del 2003, i Muse pubblicano Absolution, il disco che segna il loro ingresso definitivo nel gotha del rock alternativo mondiale. Un album che non solo cementa lo stile visionario della band di Teignmouth, ma lo trasforma in un linguaggio globale, cupo e potente, scolpito tra bombe nucleari, fanatismo religioso e romanticismo tragico che fotografa il malessere post-11 settembre.

Ma per capire Absolution, bisogna risalire al punto da cui tutto ha avuto inizio.

Nel 2001, con Origin of Symmetry, i Muse si erano già fatti notare per il loro approccio barocco al rock alternativo. Un disco pieno di contaminazioni classiche, elettroniche e prog, con la voce teatrale di Matthew Bellamy che si ergeva sopra tutto.

Eppure, nonostante l’acclamazione della critica, la band non era ancora riuscita a sfondare nel mainstream americano, complice anche il rifiuto di rimuovere il falsetto da “Plug In Baby” per il mercato USA.

Il 2002 è quindi un anno di riflessione e transizione. Bellamy, Chris Wolstenholme e Dominic Howard si prendono del tempo per digerire il successo europeo, fare il punto sulla direzione artistica e tornare in studio con un’idea precisa: creare un disco coerente, cinematografico, in grado di reggere tematicamente e sonoramente dalla prima all’ultima traccia.

Nasce così Absolution, l’apocalisse in dodici atti.



La genesi dell’album: scrittura e registrazione

Dopo l’approccio crudo e massimalista di Origin of Symmetry, la band sentiva il bisogno di evolversi. Voleva realizzare un’opera più coesa, cinematografica e profonda, capace di incanalare l’urgenza apocalittica dei testi in una struttura sonora altrettanto potente e raffinata.

Le sessioni di registrazione iniziarono nel 2002, con fasi iniziali di pre-produzione svolte nel Devon, terra natale del trio, dove vennero abbozzate le prime idee su pianoforte e chitarra. Tuttavia, la vera svolta avvenne quando il gruppo si trasferì in Irlanda, ai Grouse Lodge Studios, una struttura immersa nella campagna, isolata da tutto, ideale per lasciarsi assorbire completamente dalla musica. Fu lì che la band cominciò a plasmare le fondamenta dell’album, sperimentando con strutture armoniche più elaborate e architetture sonore più ampie.

Il passo decisivo, però, fu l’ingaggio del produttore Rich Costey. Americano, maniaco del dettaglio e con un orecchio attento alla profondità del suono, Costey non era interessato a creare un semplice disco rock: voleva costruire un’opera totale, dove ogni elemento, dalla distorsione delle chitarre al timbro dei piatti della batteria, avesse una collocazione precisa nel paesaggio sonoro. La band si trasferì con lui agli Air Studios di Londra — già utilizzati da giganti come Radiohead e Paul McCartney — per finalizzare il disco con un’impronta ancora più ambiziosa.

Sotto la sua guida, le tecniche di registrazione cambiarono radicalmente. I Muse iniziarono ad abbandonare il digitale freddo e chirurgico per tornare a un approccio più analogico e “fisico”. Molte delle tracce furono registrate in presa diretta, con l’intero trio che suonava contemporaneamente, per catturare l’energia cruda dell’interazione dal vivo.

Bellamy, in particolare, iniziò a lavorare di più sul pianoforte, lasciando momentaneamente da parte la chitarra in fase compositiva. Il risultato fu un maggiore spazio per dinamiche orchestrali, sfociato in brani come Butterflies and Hurricanes, che vanta un intermezzo classico ispirato a Rachmaninov, registrato su un vero pianoforte a coda Steinway.



Ma non solo strumenti tradizionali: Absolution è anche un album sperimentale. In Stockholm Syndrome, ad esempio, Bellamy utilizzò il pitch-shifting e un sistema di delay valvolare per creare quella chitarra distorta, quasi impazzita, che ha reso il brano uno dei più potenti dell’intera discografia. In Intro/Apocalypse Please, la batteria di Dominic Howard è processata per sembrare il battito di una marcia militare celeste, mentre i cori sono stati trattati con riverberi profondissimi per restituire una sensazione di chiesa post-atomica.

Costey portò anche una nuova attenzione alla voce di Bellamy, registrandola con microfoni valvolari vintage Neumann, cercando sempre il giusto equilibrio tra fragilità e dramma.

In Sing for Absolution, ad esempio, la voce è sussurrata e riverberata, quasi come fosse cantata da un astronauta alla deriva nello spazio. Mentre in Time Is Running Out, il canto è compresso e spinto in avanti, con una tensione che riflette perfettamente il testo alienante.

Una delle innovazioni più affascinanti fu l’uso di vere sezioni orchestrali, dirette e registrate con l’aiuto di arrangiatori classici. Gli archi presenti in Blackout e Butterflies and Hurricanes non sono sintetizzatori, ma musicisti reali, registrati in studi attrezzati per la musica da film. Questo conferisce al disco un respiro sinfonico che lo distingue dal rock alternativo contemporaneo.

Le giornate di registrazione erano lunghe e intense. Bellamy era noto per il suo perfezionismo quasi ossessivo: spesso rimaneva in studio fino a notte fonda a ritoccare arrangiamenti, modificare linee melodiche o sperimentare con effetti sonori insoliti. Si racconta che per ottenere il suono “disintegrato” della chitarra in Hysteria, il team abbia microfonato quattro amplificatori differenti, miscelando poi i segnali con equalizzazioni millimetriche per trovare il giusto equilibrio tra saturazione ed espressività.



Temi e concept: il mondo sta finendo, ma c'è bellezza nel caos

Absolution è, senza giri di parole, un concept album sull’apocalisse.Non tanto in senso biblico, quanto nella percezione esistenziale della fine.

Bellamy, sempre più ossessionato da temi come il controllo governativo, la manipolazione religiosa, la guerra e la solitudine cosmica, trasforma ogni canzone in un piccolo trattato filosofico post-moderno.

La prima traccia, Apocalypse Please, apre con un crescendo pianistico che richiama un sermone di fine del mondo.

In Time Is Running Out, si parla della perdita del libero arbitrio, mentre Sing for Absolution è un lamento digitale per un mondo alla deriva.

Ma il disco è anche pieno di speranza: Butterflies and Hurricanes invita a “cambiare il mondo con i propri talenti”, un inno motivazionale vestito da sinfonia rock.

Ruled By Secrecy e Blackout offrono momenti di introspezione malinconica, spezzando il ritmo martellante con pause cariche di pathos.




I brani simbolo e il successo commerciale

Se Origin of Symmetry era il disco che aveva costruito il culto dei Muse, Absolution è quello che ne fa una religione globale.

“Time Is Running Out” è il primo singolo che sfonda le radio internazionali: un groove funk-rock, un ritornello irresistibile e un videoclip ispirato a Il Dottor Stranamore. Arriva nella top 10 UK e conquista anche le classifiche alternative americane.

Poi c’è “Hysteria”, uno dei brani più iconici del trio, con uno dei riff di basso più riconoscibili del rock moderno. La canzone diventa un must nei live, simbolo dell'energia e della teatralità Muse.

Butterflies and Hurricanes, Stockholm Syndrome, Sing for Absolution e Apocalypse Please diventano inni per i fan, che iniziano a percepire la band non più come una curiosità arty, ma come la risposta europea ai Radiohead e ai Queen messi insieme.

Il tour di Absolution porta i Muse in ogni angolo del mondo. Il palco diventa un’estensione visiva del disco: luci stroboscopiche, visual apocalittici, performance vocali sempre al limite.

La data al Glastonbury Festival del 2004 è leggendaria, ma segnata da una tragedia: poco dopo l'esibizione, il padre del batterista Dominic Howard muore per un attacco cardiaco. Il gruppo cancella alcune date, ma decide di continuare a suonare, anche come forma di omaggio.

La promozione del disco è massiccia, ma mai invadente. I Muse rifiutano compromessi: niente remix pop, nessuna comparsata televisiva fuori luogo. Solo musica, visione e coerenza. E i risultati arrivano: Absolution vende oltre 3,5 milioni di copie nel mondo, ottiene dischi di platino e apre finalmente le porte del mercato americano.










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