Brian Wilson, il ricordo degli altri musicisti
12 giugno 2025 alle ore 11:00, agg. alle 12:19
Con la scomparsa di Brian Wilson se ne va uno dei più grandi geni della musica, ricordato anche da numerosi colleghi
La morte di Brian Wilson non è forse stato un fulmine a ciel sereno - l'artista americano, 82 anni, combatteva da tempo con la demenza - ma ha lasciato comunque incredulo tutto il mondo della musica.
Le condizioni di salute erano peggiorate lo scorso anno, specialmente in seguito alla morte della moglie Melinda, quando Wilson venne messo sotto tutela della propria famiglia perché non più in grado di prendersi cura di sé autonomamente.
Quando si utilizza il termine 'genio' nel mondo della musica, spesso generosamente, il pensiero va alle figure come Wilson, per il quale non poteva esserci descrizione migliore.
Negli Stati Uniti in cui cominciava a ribollire la controcultura, quella del rock, dei movimenti, dei capelli lunghi, i Beach Boys rappresentarono la colonna sonora di un tipo di gioventù diversa, quella californiana immortalata nei film e nelle cartoline.
Un'influenza che arriva lontano
Ma dietro i surf, le ragazze e le auto si nascondeva ben altro, ed era tutt'altro che superficiale. Una fragilità e una visione tormentata che volevano in qualche modo celebrare la visita, cercando di buttare fuori nel mondo i suoni che Wilson aveva in testa.
Suoni che portarono nel pop la musica classica, armonie quasi da chiesa, luci, ombre, una complessità di scrittura e di arrangiamenti assolutamente incredibile e incurante di qualsiasi schema previsto dalla musica dell'epoca.
Per cercare nel pop una controparte che si fosse permessa di osare tanto bisognerà andare dall'altra parte dell'oceano e attraversare quel ponte immaginario che collega la California, il sound del Laurel Canyon e Liverpool.
Un botta e risposta di ambizione continuo tra Wilson e i Beatles che, notoriamente, realizzarono "Sgt.Peppers" nel tentativo di alzare l'asticella altissima di Pet Sounds - a sua volta creato per ribattere a Rubber Soul - che conteneva quella che, per Paul McCartney, è la canzone più bella mai scritta: God Only Knows.
L'influenza di Wilson è molto più pesante di quella che forse gli venga direttamente riconosciuta e, partendo dalla musica classica e il pop, finisce per interessare generi apparentemente distanti, dalla musica elettronica allo shoegaze.
La risposta alla morte di Brian Wilson
La morte di Wilson ha ovviamente colpito tutto il mondo della musica e non sono mancati i tributi consegnati alla rete da artisti di ogni provenienza.
"Brian Wilson è sempre stato così gentile con me fin dal giorno in cui l'ho incontrato", ha scritto Elton John. "Ha cantato 'Someone Saved My Life Tonight' in un concerto tributo nel 2003, ed è stato un momento straordinario per me. Ho suonato nei suoi dischi da solista, lui ha cantato nel mio album, The Union, e si è persino esibito per la mia Fondazione contro l'AIDS. Ho imparato ad amarlo come persona e, per me, è stata la più grande influenza di sempre sulla mia scrittura di canzoni; era un genio musicale e un rivoluzionario. Ha cambiato i canoni della scrittura e ha plasmato la musica per sempre. Un vero gigante".
"Ho sentito la triste notizia di Brian oggi e ho ripensato a tutti gli anni in cui l'ho ascoltato e ho ammirato il suo genio. Riposa in pace, caro Brian", ha aggiunto Bob Dylan.
Ma omaggi al genio di Wilson arrivano anche da chi normalmente è solito concentrarsi su sonorità decisamente più heavy, come Dream Theater e Testament.
"Wow... sono assolutamente scioccato di sapere che il leggendario Brian Wilson è scomparso", ha scritto Mike Portnoy dei Dream Theater . "Paul McCartney ha spesso detto che se non ci fossero stati i Pet Sounds , non ci sarebbe stato Sgt Pepper ... e che pensava che 'God Only Knows' fosse una delle canzoni più belle mai scritte. Questa è sicuramente una grande perdita #RIPBrianWilson Riposa in pace, riunito ai tuoi fratelli Dennis e Carl."
Tributi anche da David Coverdale dei Whitesnake e Alex Skolnick dei Testament che descrive Brian Wilson come quello che "Probabilmente ha spinto il rock più in avanti di chiunque altro".