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"Bon Jovi? Oggi non esisterebbero" così l'ex manager della band

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Author image Gianluigi Riccardo

19 novembre 2025 alle ore 12:40, agg. alle 12:55

Doc Mghee, ex manager di KISS, Motley Crue e Bon Jovi è convinto che l'industria di oggi non avrebbe dato il tempo necessario alla band del New Jersey

I Bon Jovi? Oggi non sarebbero mai esistiti, parola di Doc McGhee, manager che ha avuto tra i suoi clienti - oltre alla rock band del New Jersey - nomi come Motley Crue e KISS.

Proprio nel corso della KISS CRUISE a Las Vegas, McGhee ha parlato dello stato attuale dell'industria discografica e di come oggi non venga dato agli artisti il tempo necessario per poter sbocciare.

Un discorso, quello fatto dallo storico manager americano, che è assolutamente realistico e attuale e che racconta come la velocità di fruizione data dalle piattaforme sarebbe in grado di stroncare sul nascere anche i talenti più grandi.

Un ecosistema a rischio

Secondo MgGhee, l'attuale sistema rischia di far scomparire la grande musica dalle future generazioni a causa dell'avidità delle aziende.

"Penso che i Motley Crue sarebbero emersi comunque per via della loro essere contagiosi e per il modo in cui i ragazzi si immedesimavano ma non credo che i Bon Jovi ce l'avrebbero fatta. Ci è voluto troppo tempo per arrivare al successo di Slippery When Wet", ha detto.

"Oggi non abbiamo più contratti per tre album ma solo per un singolo", ha proseguito. "Ogni giorno sulle piattaforme vengono caricate 187.000 canzoni. E' pazzesco. E pensate che tra uno o due anni saranno 300.000".

Le lamentele di McGhee riguardano non solo la tecnologia ma anche le modalità messe in atto dalle aziende che, con avidità, hanno distrutto un ecosistema che permetteva a tutti di sopravvivere.

"Avevamo un ecosistema che permetteva a tutti di sopravvivere, come una barriera corallina", ha spiegato. "I manager potevano fare solo una certa quantità di cose e mangiare solo una certa quantità di pesce, e gli editori potevano mangiare solo una certa quantità di pesce... ma noi abbiamo mantenuto in vita la barriera corallina. E ora il mondo delle aziende è arrivato e l'ha distrutta".

"Quindi i nuovi arrivati ​​diranno: 'Non posso guadagnare soldi facendo tournée, è troppo costoso. Non posso entrare su Spotify, non posso entrare su niente, perché c'è troppa confusione, troppe informazioni in giro. Quindi quello che faremo sarà perdere il prossimo Bob Dylan , i prossimi Motley Crue, i prossimi AC/DC , i prossimi Led Zeppelin , perché diranno: 'Non posso guadagnare soldi facendo questo, quindi devo andare a lavorare per mio padre'", ha proseguito. "Ripongo la mia speranza in Yungblud. Non lo conosco, non ho niente a che fare con lui ma penso che abbia quel tipo di legame speciale con le persone".


Il lento successo dei Bon Jovi

I Bon Jovi raggiunsero il successo planetario di Slippery When Wet dopo anni di gavetta contraddistinti da risultati commerciali modesti e tournée che consolidavano l’esperienza ma non le vendite.

Il disco d’esordio Bon Jovi (1984) arrivò al numero 43 della Billboard 200 grazie alla rotazione del singolo di maggior successo, 'Runaway', che risultò però essere un caso radiofonico regionale più che un’esplosione nazionale;

Il secondo album, 7800° Fahrenheit (1985), si fermò al numero 37 e venne certificato disco di platino soltanto con il tempo, non traducendo immediatamente visibilità in vendite.

Per il terzo lavoro la strategia venne cambiata: nuovo produttore, collaborazione con Desmond Child e una tracklist studiata per andare alla conquista del pubblico radiofonico.

Slippery When Wet (1986) combinò questi fattori, producendo tre top-10 nella Hot 100, due singoli al numero uno e una permanenza prolungata nelle posizioni alte della classifica album;

le massicce rotazioni radiofoniche e i video MTV si consolidarono in vendite di massa e numerose certificazioni platino su scala internazionale mettendo in mostra un successo frutto di anni di tentativi, aggiustamenti stilistici e investimenti produttivi mirati che permisero ai Bon Jovi di trasformarsi da giovani di belle speranze a icone del rock anni '80.




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