History

Bon Jovi e la maturità di New Jersey

A placeholder image for the article
Author image Gianluigi Riccardo

19 settembre 2025 alle ore 12:59, agg. alle 13:39

Dopo il successo planetario di "Slippery When Wet", i Bon Jovi cercano la conferma con "New Jersey", un album più natura che racconta l'America comune

Il 19 settembre del 1988 i Bon Jovi pubblicavano "New Jersey", quarto album in studio che seguiva il punto di svolta della loro carriera, quello "Slippery When Wet" che aveva cambiato per sempre le carte in tavola.

Nel 1988, con "New Jersey", i Bon Jovi si ritrovano a fronteggiare una sfida titanica: replicare il successo planetario di Slippery When Wet. Non era solo un momento cruciale per la carriera della band, ma un bivio creativo per un gruppo che, in pochi anni, era passato dai bar del New Jersey ai palchi degli stadi mondiali.

In quello che è forse il disco più completo e coeso della loro carriera, Jon Bon Jovi e soci riescono a fondere hard rock, pop e ballad in un mix micidiale, destinato a lasciare un’impronta profonda negli anni ’80.

Dopo due album di buon riscontro, è Slippery When Wet (1986) a spalancar loro le porte del successo globale con hit come “Livin’ on a Prayer” e “You Give Love a Bad Name”.

Ma il trionfo ha un prezzo. L'industria, i fan e le radio si aspettano un altro miracolo.

New Jersey nasce così sotto il peso delle aspettative, ma anche con la fame di dimostrare che Bon Jovi non è solo un fuoco di paglia.

Con una band ormai affiatata e matura – Jon Bon Jovi (voce), Richie Sambora (chitarra), Tico Torres (batteria), David Bryan (tastiere) e Alec John Such (basso) – la missione è chiara: consolidare il trono conquistato.

La scrittura e la registrazione di "New Jersey"

Per la realizzazione di New Jersey, Jon Bon Jovi e Richie Sambora si ritirano nei Caraibi, dove iniziano a scrivere nuove canzoni.

Il duo, che aveva già mostrato una sintonia fuori dal comune nel disco precedente, affina ulteriormente il proprio approccio.

L'obiettivo? Evitare di cadere nella formula eccessivamente commerciale, pur mantenendo l’accessibilità che aveva fatto la fortuna di Slippery When Wet.

Le sessioni di scrittura vedono i due collaborare con il produttore Bruce Fairbairn e il tecnico del suono Bob Rock, già protagonisti del sound perfetto del disco precedente. Alcuni brani vengono scartati per non risultare troppo simili a vecchi successi, tra cui la mitica “Love Is War” e una prima versione di “Stick to Your Guns”. 

La registrazione dell'album avviene ai Little Mountain Sound Studios di Vancouver, in Canada. L’atmosfera è tesa ma creativa.  Come ormai da formula tradizionale dell'accoppiata in studio, Fairbairn sprona i ragazzi a superarsi, mentre Bob Rock lavora sui suoni con maniacale attenzione per realizzare un disco che suoni massiccio, diretto ma anche raffinato.

L’uso di overdub, cori potenti e l’equilibrio perfetto tra chitarre e tastiere definisce il sound di New Jersey, che riesce a essere aggressivo quanto radiofonico.



Sound e concept: l’orgoglio di appartenenza

Il titolo stesso è un manifesto: New Jersey non è solo un luogo, è un’identità.

Il disco abbraccia il rock americano con fierezza e racconta storie di strada, sogni, amori e redenzione. È un concept non dichiarato, ma evidente, che si muove tra sogni spezzati e voglia di riscatto. Il tutto condito da riff trascinanti, melodie memorabili e testi che parlano dritto al cuore di una generazione.

Brani come “Lay Your Hands on Me”, con il suo intro epico e le percussioni tribali, aprono l’album con una carica quasi cerimoniale.

Segue “Bad Medicine”, primo singolo e hit esplosiva, che diventa subito un inno da stadio.

“Born to Be My Baby” è il manifesto dell’amore working class, mentre “I’ll Be There for You” si consacra come una delle ballad più struggenti e potenti del decennio.

Altri brani come “Blood on Blood” e “Wild Is the Wind” mostrano la maturità narrativa della band, con storie di amicizia, lealtà e libertà.



La narrativa dell'uomo comune

Sotto la superficie radiofonica e glam di New Jersey si nasconde un cuore pulsante di realismo narrativo, figlio della miglior tradizione americana che, proprio nel New Jersey, aveva trovato lo sfondo ideale per le storie di un altro eroe locale come Bruce Spingsteen.

I testi scritti da Jon Bon Jovi e Richie Sambora in questo album abbandonano spesso l’ingenuità adolescenziale dei primi lavori per abbracciare un linguaggio più maturo, ispirato alle storie di vita quotidiana, al cinema e alla letteratura popolare statunitense.

Uno dei riferimenti più forti è proprio il 'Boss', con cui i Bon Jovi condividono le origini geografiche e culturali.

Ma se Springsteen canta la disillusione dell’America della working class con toni cupi e poetici, "New Jersey" lo fa con un taglio più cinematografico e melodrammatico, spesso incorniciato da arrangiamenti esplosivi. C’è però una linea comune: la centralità dell’uomo comune, dei legami umani e della ricerca di un posto nel mondo.

“Blood on Blood”, ad esempio, racconta l'epopea di tre amici legati da un giuramento infantile, ispirato al film Stand by Me. Le liriche di “Living in Sin” toccano i temi del moralismo e del conflitto generazionale, mentre “Ride Cowboy Ride” è un inno breve e poetico alla libertà individuale.



Il successo di New Jersey

L’album debutta direttamente al numero 1 della Billboard 200 e rimane nella top per settimane. Cinque singoli entrano nella Top 10 USA, un record per una rock band americana all’epoca: Bad Medicine, Born To Be My Baby, I'll Be There For You, Lay Your Hands On Me e Living In Sin.

New Jersey vende oltre 7 milioni di copie solo negli Stati Uniti, diventando uno degli album più venduti della fine degli anni ’80. Ma, più ancora delle cifre, è il modo in cui il disco consolida lo status dei Bon Jovi che ne sancisce l'importanza: non più solo "una band con due hit", ma veri dominatori dell'arena rock.

Il tour mondiale a supporto dell’album dura 16 mesi, con oltre 230 date. È durante questo periodo che la band inizia a mostrare segni di stanchezza, anticipando il momentaneo hiatus che seguirà nel 1990. Alcuni aneddoti parlano di show cancellati per affaticamento vocale di Jon, e di momenti tesi tra i membri per la pressione incessante del successo.

Uno degli episodi più noti? Il video di di “Lay Your Hands on Me” viene girato dal vivo durante un concerto al Madison Square Garden, rendendo perfettamente l’energia che la band era in grado di sprigionare sul palco.



Altre storie

Leggi anche