History

Billy Gibbons: la barba, il mito, gli ZZ Top

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Author image Gianni Rojatti

14 dicembre 2025 alle ore 21:49, agg. alle 12:07

Dietro la barba di Billy Gibbons convivono autorevolezza musicale, suono leggendario e gusto per l’iperbole. Un guitar hero tra mito, rock-blues e spettacolo

Billy Gibbons, nato il 16 dicembre 1949, è uno dei chitarristi più riconoscibili e influenti del rock americano.  Con gli ZZ Top ha costruito un linguaggio blues-rock personale, accessibile e popolare, capace di attraversare le epoche senza perdere identità.

Tra suono diventato riferimento assoluto, dichiarazioni sopra le righe, aneddoti a metà tra realtà e leggenda e l’intuizione geniale di ELIMINATOR (1983), raccontiamo il paradosso di Gibbons: musicista solidissimo e, allo stesso tempo, personaggio pittoresco che ha saputo trasformare il mito in stile.

Sopra le righe

Billy Gibbons è una figura atipica nel rock. Un chitarrista di riferimento per il blues-rock, certo, ma soprattutto un musicista che ha saputo rendere quel linguaggio accessibile, popolare, immediato. Negli anni Ottanta, mentre il blues viveva una nuova stagione virtuosa con Stevie Ray Vaughan e il rock si spostava verso territori ipertecnici sull’onda di Eddie Van Halen, Gibbons rappresentava una boccata d’aria fresca: un chitarrista autorevole, ma mai intimidatorio. Uno che dava l’idea — giusta — che i suoi riff si potessero suonare, che quel suono fosse alla portata di chiunque avesse groove, gusto e un po’ di faccia tosta. Il suo stile non ha mai avuto bisogno di dimostrazioni atletiche. La forza di Gibbons sta tutta nel peso delle note, nell’intenzione, in un suono che diventa un riferimento. Non un virtuosismo che separa, ma un modo di suonare che avvicina, che ti sprona ad impugnare una chitarra e formare una band. Ed è anche per questo che gli ZZ Top sono riusciti a parlare a pubblici molto diversi, ben oltre la cerchia degli appassionati di blues. A rendere il tutto ancora più memorabile c’è il personaggio. Billy Gibbons ha costruito negli anni una vera e propria auto-mitologia, fatta di racconti iperbolici e mezze leggende raccontate con aria serissima. Come quella, celebre, secondo cui le corde delle sue chitarre sarebbero ottenute fondendo il metallo dei motori delle Cadillac: una dichiarazione talmente assurda da diventare perfettamente coerente con il personaggio. Oppure l’episodio legato a Jimi Hendrix. È un fatto documentato che i Moving Sidewalks, la band di Gibbons prima degli ZZ Top, aprirono alcuni concerti della Jimi Hendrix Experience nel 1968, e che Hendrix citò Billy Gibbons come uno dei chitarristi più interessanti della scena emergente americana. Un riconoscimento importante, che colloca Gibbons dentro uno snodo cruciale del rock di fine anni Sessanta. Ma anche qui, col tempo, il racconto si è arricchito di dettagli sempre più pittoreschi. Gibbons ha spesso sostenuto che Hendrix gli avesse regalato una chitarra Stratocaster rosa; anni dopo, l’amico e musicista Kurt Linhoff ha raccontato invece, di aver aiutato Billy a dipingere di rosa (nel garage di casa) una Fender Stratocaster normale! Un modo ironico e guascone di stare nel rock, confondendo consapevolmente realtà e mito. Il look completa il quadro. La barba lunghissima, nata quasi per caso negli anni Settanta, è diventata un marchio di stile, un simbolo immediatamente riconoscibile. Al punto che un noto brand di lamette arrivò davvero a offrire una cifra folle per convincere Gibbons a radersi. Rifiuto secco. Occhiali scuri, abiti eccentrici, cappelli: un’estetica pittoresca che non ha mai messo in ombra la musica, ma anzi l’ha rafforzata.


Il disco da ascoltare

Tutto questo converge in ELIMINATOR (1983), il disco che cambia definitivamente la traiettoria degli ZZ Top. Dopo oltre dieci anni di carriera solidissima ma non ancora esplosa a livello globale, Gibbons e soci capiscono che è il momento di giocarsi tutto. Il contesto è quello degli anni Ottanta: synth pop, disco music, drum machine, videoclip in rotazione continua su MTV. Invece di opporsi a quel linguaggio, decidono di assorbirlo. La produzione di ELIMINATOR è la chiave di volta. Batterie elettroniche, sequencer e sintetizzatori vengono integrati dentro una struttura profondamente rock-blues. Non è una resa, ma un aggiornamento intelligente. Il risultato è un disco che suona moderno senza perdere identità. “Gimme All Your Lovin’” apre le danze con un groove immediato e un riff essenziale, sostenuto da una produzione lucidissima e da un video che diventa iconico. “Sharp Dressed Man” è uno dei vertici assoluti della band: un riff storico, riconoscibile in mezzo secondo, e una costruzione perfetta per radio e televisione. “Legs”, forse il brano più legato all’immaginario MTV, porta ancora più in là l’uso dell’elettronica, ma senza snaturare il carattere degli ZZ Top. Accanto ai singoli, il disco mantiene una forte anima blues: “I Need You Tonight” rallenta il passo e mostra il lato più viscerale della band. ELIMINATOR è un successo clamoroso: oltre dieci milioni di copie vendute, videoclip in heavy rotation, e una nuova centralità per gli ZZ Top nel rock mondiale. Ma soprattutto è la dimostrazione che la contaminazione (ance se attinge a generi commerciali e di tendenza)  quando è guidata da idee forti, non è mai un compromesso. Ed è forse questo il vero lascito di Billy Gibbons e ZZTOP: aver dimostrato che si può essere solidissimi, sopra le righe, commerciali e credibili allo stesso tempo.


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