Novità

Bill Ward:"Lars Ulrich è un batterista fenomenale"

A placeholder image for the article
Author image Gianluigi Riccardo

09 dicembre 2025 alle ore 13:48, agg. alle 15:25

Il batterista dei Black Sabbath in difesa dell'amico e collega nei Metallica: "Un grande batterista e una grande persona. Lo adoro"

Lars Ulrich sì, Lars Ulrich no? Il dilemma è quello che sembra da sempre tenere vivo il dibattito tra gli appassionati di metal, anche in maniera abbastanza sterile, se si può dire, ma è indubbio che il batterista dei Metallica sia sempre stato al centro delle polemiche riguardanti le sue qualità di musicista.

Forse è diventato un po' uno sport della comunità metal mondiale fare il tiro al bersaglio con il batterista danese e, pur se non ci sarebbe assolutamente alcun bisogno, capita che qualcuno dei colleghi si trovi a dover prendere le sue difese.

Recentemente è stato una vera leggenda del genere e dello strumento con Bill Ward dei Black Sabbath a ricordare il legame della leggendaria band britannica con i Metallica, che hanno anche voluto sul palco di Back To The Beginning per l'addio alla musica e, per quanto riguarda Ozzy, alla vita terrena.

Ospite della stazione californiana 99.1 KLBP-FM, Ward ha chiesto di suonare Enter Sandman dei Metallica, parlando poi dell'amicizia e del rispetto che nutre per i colleghi d'oltreoceano. "Lars è una persona da abbracciare. Sono ovviamente stato con lui a Back To The Beginning e sono stato molto felice di poter passare del tempo con lui. Credo che abbiamo parlato per un'ora senza interruzioni. Quando cominciamo a parlare non ci fermiamo più, mi accade anche con Johnny Kelly dei TYPE O NEGATIVE e, direi, un po' con tutti i batteristi che incontro".

Parlando del rapporto tra le due band, Ward ha sottolineato come da tempo Metallica e Black Sabbath siano amici e si stimino: "Abbiamo una lunga storia insieme, Lars è un grande fan dei Black Sabbath come io lo sono dei Metallica. Amo loro e il suo modo di suonare. Ha dovuto trovare se stesso, lui come il resto della band, e hanno trovato un posto in cui possono esistere e dominare la scena metal. Quando li ho incontrati la prima volta erano giovanissimi, credo che Lars avesse al massimo 19 anni. Hanno fatto tutto da soli, creando il loro genere diventando un grande nome. Lars è un batterista fantastico, un gran lavoratore ed una persona adorabile. E sinceramente non capisco il problema dei batteristi ma sono tutti dei gran chiacchieroni, quando prende fiato tra una parola e l'altra cerco di parlare io. Gli voglio un gran bene e potrei stare lì ad abbracciarlo per sempre. Amo lui e la sua famiglia ed è un gran batterista, una delle persone migliori da conoscere".



La stima reciproca tra Black Sabbath e Metallica

Il rapporto tra Metallica e Black Sabbath è esattamente questo: una linea di discendenza più che una frequentazione. Allo stesso tempo si tratta di una di quelle relazioni in cui la stima reciproca è stata dichiarata talmente tante volte che non serve aggiungere altro. Ma noi lo faremo lo stesso.

Se chiedi a James Hetfield qual è la scintilla che lo ha fatto imbracciare la chitarra, nove volte su dieci la risposta contiene la parola Sabbath. È una storia ripetuta più volte: per loro, come un po' per tutti i 'nipoti del metal', Tony Iommi è stato un vero e proprio 'architetto del riff', più che un semplice chitarrista.

Il thrash dei Metallica nasce proprio lì: nei power-chord sabbathiani, nelle atmosfere scure degli anni ’70, nella lentezza pesante che poi loro hanno deciso di accelerare, snellire e trasformare in qualcos’altro, ibridandolo con il punk e mutando ad un nuovo livello quella formula che già avevano in qualche modo elaborato i Motorhead.

Dall’altra parte, Ozzy e Iommi hanno più volte riconosciuto ai Metallica il merito di aver portato quel linguaggio sul palcoscenico globale, con un’intensità e una popolarità che negli anni ’70 nessuno avrebbe mai immaginato.

Un esempio lampante di questo legame, oltre alla partecipazione a Back To The Beginning, si può avere anche sul palco.

Certo, le due band non hanno mai collaborato ufficialmente, ma tra i vari momenti in cui hanno incrociato i passi, nel 2009, in occasione del 25º anniversario della Rock & Roll Hall of Fame, i Metallica salirono sul palco del Madison Square Garden con Ozzy Osbourne — storica voce dei Sabbath — per suonare insieme “Iron Man” e “Paranoid”.

Le critiche a Lars e il suo ruolo nei Metallica

Nessun membro della band ha diviso il pubblico quanto Lars Ulrich. Parliamo di un musicista che ha contribuito a plasmare il suono di una delle band più influenti della storia, eppure il suo nome, ogni volta che esce in una discussione, causa un ping pong di polemiche: critiche sulla tecnica, sul timing, sull’approccio, persino sulla personalità pubblica.

Da quarant’anni, Lars è il bersaglio più facile e allo stesso tempo il più difficile da sostituire.

Ulrich non è un batterista “da manuale”, e non ha mai finto di esserlo. Non appartiene alla categoria degli acrobati del rullante, più interessato a dare spinta ai brani che a impressionare. Ed è proprio lì che molti puristi trovano l’appiglio. 

Le critiche si sommano, anno dopo anno: fill poco elaborati, linearità, un certo disordine in alcuni live, scelte di produzione controverse. Ma lui le critiche non le ha mai schivate, ribadendo sempre e solo un concetto molto semplice. Lars non ha più nulla da dimostrare e rivendica il diritto a suonare per la canzone.

La misura del suo ruolo, secondo Lars, non sta nel numero di note, ma nel modo in cui tiene insieme l’impalcatura del pezzo. E se i Metallica funzionano, se le canzoni reggono in studio e soprattutto dal vivo, allora — sempre secondo lui — il compito è svolto.

È una posizione che negli anni ha ricevuto una quantità sorprendente di difese da parte di colleghi illustri.

Poi c’è un dato che nessuno può negare: Lars è co-fondatore, co-autore, regista operativo e spesso stratega creativo dei Metallica. È l’uomo che tiene insieme la macchina, che si occupa dei rapporti, della direzione artistica, delle scelte logistiche.

Sottovalutare il suo ruolo significa non aver capito davvero come funziona una band di quelle dimensioni.




Altre storie

Leggi anche