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Australia, è polemica per la t-shirt dei Joy Division indossata dal premier Albanese

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Author image Gianluigi Riccardo

03 novembre 2025 alle ore 13:56, agg. alle 14:14

Polemica in Australia per Il premier Albanese immortalato dopo una missione diplomatica mentre indossa una t-shirt dei Joy Division

 Anthony Albanese, primo ministro laburista e dichiarato amante della musica alternative, è sceso da un aereo di Stato indossando una semplice t-shirt nera con la grafica di Unknown Pleasures, l’album d’esordio dei Joy Division.

L’immagine – le onde elettromagnetiche della prima stella pulsar mai scoperta – è immediatamente riconoscibile per chiunque mastichi un minimo di cultura rock ma nel giro di poche ore quella scelta di abbigliamento, innocua per molti, si è trasformata in una bufera politica

Il premier torna a casa dopo una missione diplomatica a Washington, scende dall’aereo sorridente, jeans scuri, e t-shirt dei Joy Division.

Per un politico noto per la passione musicale – non a caso, Albanese ha raccontato più volte di essere cresciuto con la new wave inglese e di aver fatto il dj da giovane – sembrava solo un gesto spontaneo, una dichiarazione estetica da fan.

Ma le telecamere catturano il momento e in pochi minuti l’immagine finisce online. I giornali ne parlano, i social amplificano, i meme arrivano puntuali.


Le controversie e le polemiche

A rompere l’equilibrio è l’opposizione, guidata dalla deputata Sussan Ley, che chiede pubblicamente le scuse del premier. Il motivo?

Il nome della band, “Joy Division”, deriva da un termine legato a un romanzo e poi a un film degli anni ’50, in cui la “divisione della gioia” era un reparto di schiave sessuali nei campi di concentramento nazisti.

Per Ley, indossare una maglietta con quella scritta, in un momento di forte sensibilità per la comunità ebraica australiana, sarebbe una mancanza di rispetto.

Da lì, la miccia si accende: interviste, talk show, editoriali indignati. Alcuni commentatori difendono il premier, altri lo accusano di superficialità. C’è chi cita la libertà d’espressione e chi pretende decoro istituzionale.

Il risultato? Una maglietta diventa pretesto per discutere – ancora una volta – di come l’immagine personale, nel tempo dei social e dell’istantaneità, possa pesare più di mille parole pronunciate in Parlamento.

Dal canto suo, Albanese non si scusa né rincara. Fonti del governo parlano di “non-caso”, ribadendo che si è trattato di un abbigliamento privato e senza intento politico. Alcuni esponenti moderati dell’opposizione frenano, definendo “esagerata” la polemica. Nel frattempo, l’attenzione dei media si sposta altrove, sulle questioni economiche e sul bilancio federale. In fondo, come ha scritto un editorialista australiano, “trasformare una maglietta in scandalo nazionale è il segno che ci stiamo prendendo un po’ troppo sul serio”


La copertina di Unknown Pleasures

La copertina di Unknown Pleasures è una delle più riconoscibili della storia della musica. Niente titolo, niente nome della band, solo una serie di linee bianche che si rincorrono su fondo nero. Apparentemente semplici, ma capaci di evocare l’invisibile: vibrazioni, distanze, impulsi.

L’immagine nasce da una scoperta scientifica del 1967: le onde radio della pulsar PSR B1919+21, la prima mai osservata, una stella di neutroni che ruota su sé stessa emettendo segnali ritmici nello spazio.

Il giovane designer Peter Saville, chiamato dalla Factory Records per realizzare la copertina del primo album dei Joy Division, trasformò quella immagine scovata dal chitarrista Bernard Sumner in un’enciclopedia astronomica dell’Università di Cambridge.

Gli bastò invertire i colori — da linee nere su fondo bianco a linee bianche su nero — e il miracolo grafico era compiuto.

Saville stesso raccontò che non voleva “disegnare” una copertina, ma lasciare che il mistero parlasse da sé. Nessun titolo, nessuna spiegazione, solo una forma.

Con gli anni, quella forma ha viaggiato molto più lontano dello spazio profondo da cui proveniva. È comparsa su migliaia di t-shirt, murales, tatuaggi, poster, persino grafiche di brand sportivi e capsule fashion. Raf Simons la portò sulle passerelle nel 2003, Supreme la rielaborò, e persino la NASA ne pubblicò una versione per celebrare la scienza dietro il mito. È diventata un’icona globale della cultura post-industriale, una rappresentazione della malinconia moderna e della bellezza del disordine.

E come accade a ogni simbolo potente, la grafica di Unknown Pleasures ha superato il confine tra significato e superficie. C’è chi la indossa per amore della band, chi per il fascino dell’immagine, chi senza sapere nemmeno chi fosse Ian Curtis.


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