Addio a Gary "Mani" Mounfield, eroe di Manchester
21 novembre 2025 alle ore 12:48, agg. alle 12:20
La musica britannica piange Gary "Mani" Mounfield, bassista di Stone Roses e Primal Scream e vera icona del sound di Manchester
Il mondo della musica britannica ha appreso come uno shock nelle scorse ore la morte di Gary “Mani” Mounfield, storico bassista dei Stone Roses e dei Primal Scream, scomparso all’età di 63 anni.
La notizia è stata annunciata dal fratello Greg su Facebook: «È con il cuore pesante che devo annunciare la triste scomparsa di mio fratello… ormai riunito con la sua bellissima moglie Imelda».
l mondo del rock ha reagito con un’ondata di omaggi: da Ian Brown, storico frontman degli Stone Roses, che ha scritto sui social "REST IN PEACE MANi" a Liam Gallagher che ha pianto la scomparsa di un suo eroe.
E ancora i Tim Burgess dei Charlatans, che lo ha ricordato come uno dei migliori e 'un amico stupendo' o i Kasabian che hanno voluto celebrare il musicista e la persona, tra i primi nell'ambiente a credere nella band.
Anche Peter Hook di Joy Division e New Order, che con Mani ed Andy Rourke degli Smiths forma la sacra trinità del basso di Manchester (unita anche nel breve progetto Freebass), ha voluto dedicare un pensiero all'amico descritto come 'il più grande bassista ed amico'.
Chi è Gary 'Mani' Mounfield ?
Nato il 16 novembre 1962 a Crumpsall, Manchester, Mani è cresciuto nella scena musicale della Greater Manchester e - intorno al 1987 - si unì agli Stone Roses dando vita - con Ian Brown, John Squire e Alan 'Reni' Wren, alla formazione storica di una delle band più importanti, influenti e di culto nel panorama britannico.
Con i Roses contribuì al celebre debutto omonimo del 1989, album che sarebbe diventato uno dei pilastri del movimento Madchester. Dopo la release di "Second Coming" e lo scioglimento della band nel 1996, Mani passò ai Primal Scream, partecipando a dischi fondamentali come Vanishing Point e XTRMNTR.
Lì militò fino al 2011 quando tornò a unire le forze un'ultima volta con gli Stone Roses per la reunion che durò fino al 2017 con alcuni live e due brani nuovi.
Amato non solo per il suo talento ma anche per il suo carattere umile e solare, fu anche membro del supergruppo Freebass insieme a Peter Hook e Andy Rourke.
Il ruolo di Mani nella trasformazione della musica britannica non può essere sottovalutato: la sua capacità di fondere groove da musica da club con il rock indie ha contribuito a definire un’epoca.
6 linee di basso iconiche firmate da Mani
L’eredità musicale di Mani si misura soprattutto attraverso le sue linee di basso, capaci di fondere funk, soul e rock psichedelico in groove indimenticabili. Andiamo a scoprire 6 linee di basso iconiche firmate da lui.
Negli Stone Roses, spicca innanzitutto I Wanna Be Adored, dove Mani apre il brano con un basso lento, ipnotico e sospeso, creando una tensione che accompagna l’ascoltatore fino all’esplosione emotiva del pezzo. Il suo giro cupo e ipnotico sta nella “tasca” ritmica del batterista Reni, generando una struttura su cui le chitarre di John Squire costruiscono gli intrecci melodici. Non è una linea virtuosistica, ma l’equilibrio perfetto tra groove e crescendo: introversa, affascinante, quasi mistica.
Con I Am the Resurrection, il suo basso in levare scandisce una lunga jam finale, trascinando la canzone verso un crescendo liberatorio che è diventato leggendario tra i fan. Mani mette in mostra la sua abilità di bassista funk‑psichedelico con un groove in levare stabile ma elastico che diventa il motore che spinge il pezzo verso un climax liberatorio, trasformando la traccia in un inno danzante che sembra esplodere dallo spazio sonoro per abbracciare l’ascoltatore. Al minuto 3:38 vedrete Mani invitarvi a lasciarvi andare in pista come all'Hacienda di Manchester e non potrete resistere.
Con Fools Gold,infine Mani dimostra la sua doppia anima da ballerino e sperimentatore: la linea di basso è ispirata a “Know How” di Young MC (arrivata dopo che Mani aveva ascoltato il brano in discoteca) ma la interpreta con una sensibilità funk e tribale, scandendo sincopi che danno al brano quel groove tipico di Madchester.
Con i Primal Scream, Mani esplora un lato più aggressivo e sperimentale.
In Kowalski, dall'album "Vanishing Point", il primo che lo vede protagonista al basso nella band di Bobby Gillespie, include campionamenti e influenze krautrock: la linea di basso è martellante e pulsante, modulata su un groove ripetitivo che ricorda “Get Off Your Ass and Jam” dei Funkadelic, da cui il brano prende parte dell’ispirazione.
Il basso non è solo un sostegno, ma diventa elemento centrale che guida l’energia della canzone, contribuendo a creare una sensazione di viaggio ipnotico e cinematografico.
Le altre due scelte vengono entrambe dall'album che segna l'approdo dei Primal Scream nel nuovo millennio, "XTRMNTR" del 2001, un lavoro che unisce suggestioni di ogni tipo, portando alle classiche sperimentazioni un'aggressività sonora forse inedita per la band britannica.
Al centro, come spesso accade, proprio il basso di Mani che in un paio di episodi in particolare, fornisce la struttura percussiva che permette ai compagni di band di avanzare senza sosta.
In Swastika Eyes, Mani sviluppa una linea di basso ossessiva e pulsante che rispecchia il carattere aggressivo e politico del brano. Il basso rimane costantemente in primo piano, usando pattern ripetitivi e slide che dialogano perfettamente con le chitarre distorte, le percussioni elettroniche e il synth.
Questa presenza ritmica martellante sottolinea il tono di critica sociale della canzone, rendendo il basso non solo accompagnamento ma simbolo di tensione e resistenza.
Infine, in Kill All Hippies, Mani costruisce una linea di basso meno appariscente ma estremamente efficace e groovy. Il brano, anch’esso da XTRMNTR, ha un sound aggressivo ed elettronico, con batteria campionata e chitarre distorte, ma il basso rimane radicato su un giro relativamente semplice che enfatizza le note di F e gioca con il motivo principale per dare peso e profondità.
Nonostante la sua apparente semplicità, la linea di Mani è essenziale: riesce a creare tensione e pulsazione, sostenendo il carattere oscuro e sovversivo della canzone senza perdere groove.